Cantina Caria Gianfranco

La gioia di una famiglia riunita, la confusione, le risate, le chiacchiere. La tavola imbandita con i cibi della festa, sempre quelli, e lui, immancabile: il vino.
Se devo pensare a cosa è Angheledda, allora le immagini che affiorano nella mia mente sono queste. Una famiglia numerosa, 7 fratelli e 11 nipoti. E poi mariti, compagni, fidanzate. Tutti insieme. Tutti intorno a quel tavolo che ogni anno sembrava diventare sempre più corto.
E lei, Angheledda, silenziosa, accogliente, morbida, che teneva le redini di questa famiglia. Non importa dove vivevamo, se a pochi km o oltre il mare, ritrovarsi era la regola. Stare insieme, rivedersi, condividere.
È per questo che quando ho deciso di imbottigliare il primo vino ho pensato a lei, perché ogni volta che bevo un bicchiere di vino o guardo questa bottiglia mi ricordo quello che mi ha insegnato, in silenzio, senza dirmi una parola: non importa se vai in giro per il mondo o se la vita ti sta mettendo alla prova, torna a casa. Siediti a tavola con la tua famiglia, mangia, bevi. Resta. Tutto passa.